Ciao a te caro lettore, un saluto da Dottor Andrea Lampis!
Tantissimi pazienti mi chiedono informazioni su questa malattia (la scoprirai fra poco) e noto che purtroppo c’è tantissima confusione ed ignoranza sull’argomento.
La colpa non è ovviamente tua ma dei dentisti che non informano adeguatamente i pazienti, che a loro volta si ritrovano sin dalla giovane età a perdere i denti senza sapere perché.
Questo è il momento quindi di fare un po’ di chiarezza e scrivere un articolo che eviti che i pazienti perdano i denti invano o cadano nella trappola di alcune persone disoneste.
Iniziamo subito con un dato di fatto, ti sempre stato detto che la carie fa perdere i denti, ma la verità è che:
Probabilmente il nome non dirà niente, infatti la parodontite è più comunemente conosciuta col nome di piorrea. Questa patologia è la principale causa di perdita dei denti, seguita solo al secondo posto dalla carie e dai traumi.
Prima di iniziare a parlare della parodontite è doveroso fare una premessa su che cosa sia il parodonto.
Di cosa si tratta?
Il parodonto è la struttura di sostegno del dente, ed è costituito da diverse componenti.
Fra i tessuti che costituiscono il parodonto ricordiamo l’osso alveolare, il cemento e il legamento parodontale. Il dente infatti è costituito da due parti: la corona che è la parte visibile all’esterno nella bocca e la radice, che lo tiene ancorato all’osso alveolare. L’osso costituisce così la prima delle componenti del parodonto. Tra l’osso e la radice del dente è presente il legamento parodontale, che ha la funzione di ammortizzare e trasmettere gli stimoli all’osso sottostante. Possiamo paragonare il legamento parodontale alle sospensioni della macchina. Infine la radice del dente a sua volta è rivestita dal cemento, un materiale simile all’osso ma più duro, che contiene alcune cellule vitali. Il tessuto molle del parodonto è costituito dalla gengiva, che riveste la corona del dente. La gengiva presenta un solco gengivale nel quale può infiltrarsi sia la placca sia il tartaro e questo può determinare infiammazione.
Fig.1 Esempio di gengiva sana
Sono delle alterazioni della struttura di sostegno del dente che evolvono progressivamente sino a portare alla perdita del dente. La malattia parodontale (un tempo chiamata piorrea) parte dal solco gengivale e si estende progressivamente andando a coinvolgere le altre strutture come i tessuti duri di sostegno del dente. In Italia la malattia parodontale è una delle principali cause di perdita del dente. Per semplificare si può dire che esistono tre diversi tipi di patologia:
Fig.2 Esempio di gengiva malata
Diversi studi hanno dimostrato come il 30% delle persone siano più suscettibili alla malattia parodontale. In ogni caso le probabilità dipendono: dal sistema immunitario del paziente, dall’anatomia dei denti e dal potenziale dei batteri.
Iniziamo dal primo punto: si è visto che la parodontite è causata sostanzialmente da una reazione anomala dell’organismo all’infezione batterica che determina una rapida distruzione dei tessuti di sostegno del dente. Alcuni di questi fattori, come l’interleuchina 10, sono stati individuati.
Anche l’anatomia dei denti ha la sua importanza: dei denti affollati possono OSTACOLARE la rimozione della placca e del tartaro e con questo favorire la crescita batterica. E con questo arriviamo all’ultimo punto.
I batteri si possono trasmettere stando a contatto con persone affette dalla parodontite. In ogni bocca è presente un ecosistema di batteri sia “buoni” che “cattivi”: se questo sistema si altera si può avere uno sviluppo delle specie più patogene. Ricordiamo che alcuni batteri sono più aggressivi di altri, oltre al già citato Aggregatibacter (responsabile della parodontite aggressiva) ricordiamo in Treponema Denticola ed il Porphiromonas Gengivalis. Tramite un test della placca è possibile identificare al meglio i batteri ed eliminarli.
Esiste uno studio molto interessante su gemelli omozigoti (identici) che ha dimostrato che questi hanno le stesse probabilità di contrarre la malattia.
Il fumo, il diabete o stati di debolezza del sistema immunitario rappresentano altri importanti fattori di rischio. Sarebbe meglio ridurre al minimo o eliminare del tutto il fumo!
Fig.3 Il fumo è uno dei più importanti fattori di rischio della parodontite.
La parodontite e la gengivite sono infiammazioni causata dai batteri, si parla quindi di infezione localizzata al parodonto. I batteri e le cellule epiteliali morte e gli eventuali residui di cibo insieme alla saliva formano la cosiddetta placca, questa è anche il fattore di rischio principale. Si presenta come una patina di colore biancastro sulla superficie del dente e della gengiva. Accumulandosi a livello della superficie dei denti e della tasca parodontale costituisce uno stimolo irritativo. I batteri crescono dentro la tasca parodontale e minano il sostegno del dente stesso.
Un altro importante fattore di rischio è il tartaro, questo è costituito dai batteri e dalle cellule morte calcificate. Il tartaro non è tanto un fattore di rischio primario ma facilita l’accumulo della placca in quanto la nasconde. Si presenta come un tessuto duro di colore bianco o marrone sulla superficie del dente. La procedura di pulizia dentale ha proprio lo scopo di eliminare il tartaro ed è chiamata detartrase.
Fig.4 Presenza di tartaro nel settore frontale dell’arcata inferiore. Il tartaro è uno dei principali fattori di rischio della parodontite.
La parodontite si cura per il 20% in studio ed il restante 80% in casa grazie al lavoro di pulizia dentale del paziente. Senza una corretta igiene orale le sedute in studio possono essere considerate inutili. Una prima forma di prevenzione è la detartrase, durante questa pratica si utilizza uno strumento ad ultrasuoni in modo da creare una crepa nel tartaro che così si distaccherà dal dente. Non si può ripristinare la gengiva distrutta ma si può arrestare l’evoluzione della malattia. La terapia è detta anche terapia causale in quanto ha lo scopo di eliminare la causa della malattia. Essa è formata da diverse fasi:
Inoltre in alcuni casi è anche possibile rigenerare le gengive tramite alcune tecniche apposite come ad esempio il trapianto di fibro-mucosa, effettuato in studio dal dentista.
Fig. 5 I pazienti anziani, a causa delle numerose problematiche di salute presenti, richiedono dei trattamenti mini-invasivi
In questa ultima parte dell’articolo degli anziani e delle pratiche più frequenti che li riguardano. La maggior parte degli anziani presenta delle edentulie (mancanze di denti) più o meno marcate. Di conseguenza il trattamento più frequente nel paziente anziano è quello della protesi (cioè della sostituzione dei denti mancanti) e dell’implantologia. L’altra caratteristica fondamentale del paziente anziano è la presenza di diverse malattie fra cui possiamo ricordare il diabete e le malattie cardiache e polmonari. Queste rendono necessari dei trattamenti molto meno invasivi e più rapidi.
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Dr Andrea Lampis Il dentista informa
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